Addio diario, è il tempo dell'intimità condivisa

Addio diario, è il tempo dell'intimità condivisa
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Caro diario segreto,

ti scrivo per dirti che ormai il tuo tempo è finito, è ora di andare in pensione, ormai sei vecchio, sei passato di moda, non vai più bene per le nuove generazioni, ai figli della tecnologia. Per le vecchie generazioni sei stato un amico, un confidente, un compagno di viaggio, uno contenitore di emozioni, ansie, paure, dolori, gioie e vergogne. Eri sempre nascosto da qualche parte, nei posti più impensabili in cui nessuno ti poteva trovare. Ti aprivi con una chiave, e quella chiave era un po’ come il Sacro Graal da custodire con cura per chi scriveva e da trovare per i genitori per entrare nel mondo segreto dei figli. Per gli adulti sembrava l’unico modo per penetrare le barriere delle chiusure adolescenziali e per entrare in quel mondo interno in cui i ragazzi si barricavano e che tu, invece, caro diario conoscevi e proteggevi molto bene. Tu sei stato il custode delle verità più nascoste, quelle che a volte non si riuscivano a raccontare neanche alle amiche o agli amici, di cui spesso ci si vergognava. Si aveva paura del giudizio, di quello che potevano pensare gli altri, di farsi vedere “fragili” o invasi dalle emozioni, dalle paure e dai pensieri. Perché tu, caro diario, custodivi anche tutto quello che non si voleva, o poteva, condividere. Garantivi la privacy e la tutela dei contenuti privati che nessuno poteva leggere perché esisteva ancora uno spazio privato.

Oggi, vecchio mio, lo spazio privato è diventato uno spazio condiviso: sì, hai capito bene, ora funziona al contrario, non si custodiscono più i segreti, si condividono, si espongono e diventano disponibili a tutti. Non si lotta più per tenere nascosti i pensieri più intimi e le parti più profonde, si pubblica automaticamente tutto nel diario online. Non fare quella faccia caro diario, capisco che ti sembra strano che in pochi decenni si sia invertito tutto e che sei un po’ preoccupato perché così i confini sono un po’ troppo vulnerabili. Se fai un giro nel diario digitale ti accorgerai che tutto ciò che si custodiva, ora si espone. Ogni pensiero, ogni paura, ogni cosa che si vive nella vita diventa pubblica. Si cerca il pubblico, non si riescono a contenere i segreti, si deve condividere tutto in tempo reale. Siamo passati dalla ricerca dell’intimità, all’intimità condivisa. È cambiato completamente il concetto di privato e abbiamo aperto le porte all’era dei controsensi: lottiamo per la privacy e allo stesso tempo rendiamo tutti partecipi di tutto. Una condivisione automatica della propria vita che condiziona grandi e piccini. Caro diario, sì hai capito bene, niente è più riservato. Se scrolli nelle varie Home Page delle principali piattaforme online, ti accorgerai che le persone si riprendono anche durante un attacco di panico, mentre si abbuffano e poi vomitano, quando piangono, quando mangiano, quando sono in bagno, quando sono in sala operatoria, quando vengono lasciati da un partner, quando sono ricoverate in un reparto psichiatrico. È tutto un grande show. Un bisogno di approvazione, di contenimento, di esserci, di far parte di qualcosa, di appagamento quasi compulsivo. Le emozioni e le varie esperienze della vita si vivono quando si condividono e sono mediate dall’obiettivo della fotocamera, come se questo spartire con gli altri facesse sentire le persone parte di qualcosa e le facesse magicamente stare meglio.

Caro diario, ora capisci perché non sei più di moda: le persone amano mostrarsi, e in tanti casi esibirsi, senza neanche rendersi conto dei rischi a cui si stanno esponendo e senza capire che le emozioni andrebbero anche vissute, elaborate e gestite, non sempre agite. Le persone, e non solo i più giovani, sono sempre meno in grado di tenersi dentro ciò che sentono, buttano immediatamente tutto fuori e lo mettono lì in vetrina.

Caro diario, ora non si scrive più, ora il diario si vive.